giovedì 28 novembre 2013

IL FORNO INCENERITORE DI SFIATI (FIS)

All’ANIC, il Petrolchimico di Ravenna, nei primi anni 80, l’Impianto Trattamento Acque (TAC) dell’Isola 17, si completò con un altro Impianto, il TAS, Trattamento Acque di Scarico, all’esterno della fabbrica, nella zona antistante all’Isola 19, per la purificazione delle acque di scarico dallo Stabilimento, per riconfluire nel canale Candiano e quindi nel Mare Adriatico.

Questo Impianto non solo separava i fanghi dalle acque nere, ma anche gli oli ed i prodotti organici ed idrocarburi vari. Dopo una prima fase di chiarificazione, seguiva il loro trattamento per la separazione dei componenti fisico-chimici con l’immissione di prodotti per la loro neutralizzazione (calce, acido cloridrico e vari altri), le parti solide e gassose venivano separate per inviarle alla bruciatura in appositi Forni, mentre le acque, dopo averne riportato i vari parametri entro i valori stabiliti dalla Legge, venivano scaricate a mare.
          
  La mia descrizione è solo indicativa e piuttosto imprecisa, tanto che un esperto in questa materia mi potrebbe facilmente rimproverare di grossolanità, ma il rigore con cui venivano controllati gli scarichi e le emissioni all’atmosfera, tramite un attrezzatissimo laboratorio chimico-fisico ed i prelievi sistematici dei campioni, garantivano che i valori delle parti “inquinanti” restassero entro i limiti che di tanto in tanto venivano aggiornati in calando dalle Autorità di controllo.

      Io avevo già svolto lavori per altre ditte per la costruzione di tubazioni che passavano o confluivano negli impianti di questa Unità, ma mai direttamente. La collaborazione diretta per aggiornamenti planimetrici, di schemi, di siglature di apparecchiature e simili, cominciò nell’Ottobre del 1999.

   Nel Febbraio 2000, la Soc. AMBIENTE mi affidò l’incarico di Project Manager per il costruendo Forno Incenerimento Sfiati (FIS) da adibire alla bruciatura di tutti gli sfiati atmosferici dell’ANIC che prima venivano inviati nella Torcia dell'isola 19, la quale, per tutti i nuovi impianti aggiunti nel tempo non bastava più, sia per le quantità che per la qualità delle emissioni. Fu completata la raccolta degli scarichi, in un unico collettore di 500 mm fino all’ingresso, fra ANIC ed AMBIENTE e da qui fino all’inceneritore.


       Il progetto originale che era stato eseguito inizialmente da un’altra Ditta, fu interrotto e inglobato nel mio contratto, per il completamento, l’ultimazione e l’aggiornamento degli schemi, l’esecuzione di tutta la progettazione meccanica, disegni di montaggio ed isometrici compresi, assieme al coordinamento delle altre specialità ed al coordinamento per la Sicurezza, insomma un pacchetto complessivo che per il periodo dall’01/03/2000, si protrasse fino all’ultimazione il 31/10/2001, con un impegno intensivo, come mai fino ad allora avevo sostenuto.

 Il Coordinamento per la Sicurezza, in particolare, mi coinvolse in modo massiccio, anche perché era la prima volta che lo esercitavo da quando, un anno prima, avevo fatto il corso relativo. La Direzione Lavori fu attrezzata in un modulo per Uffici di Cantiere, nei pressi dell’Area di Lavoro, fu definita l’Area di Cantiere, recintata e misi a punto un disegno, con la viabilità con tutte le indicazioni regolamentari, gli ingressi, le indicazioni di legge, la cartellonistica, ecc. Gli schemi furono aggiornati, in collaborazione con i Tecnici di AMBIENTE; i disegni di montaggio furono ripresi e completati dopo aver riposizionato le apparecchiature in base agli ingombri e all’operatività del personale addetto, tenendo conto della necessaria manutenzione, smontaggi, ecc.

     Dai disegni di montaggio furono ricavati i disegni isometrici costruttivi delle tubazioni, con l’aggiunta della strumentazione fornita dai relativi addetti, dopo aver verificato il possibile allacciamento delle utenze elettriche e l’illuminazione. Con i responsabili della manutenzione furono ubicati i dispositivi di Sicurezza ed antincendio e furono confermati o adattati i percorsi di scale, di accessibilità per le manovre di valvole, strumenti, i comandi da Sala Controllo, ecc.

     Con i montaggi furono controllati ed adeguati i percorsi delle tubazioni, la loro smontabilità, i supporti, le protezioni delle parti a temperature elevate, l’agibilità delle manovre da eseguire, in particolare per le emergenze, in caso di disfunzioni, di pericoli o di incendio.
 
     Per il coordinamento della Sicurezza, furono seguiti il rispetto delle norme stabilite dal Piano di Sicurezza, l’uso dei mezzi di protezione, il controllo giornaliero di tutti gli addetti alle operazioni, il rispetto delle normative di Cantiere e l’impiego appropriato di utensili, saldatrici, scale, accessori ed ogni aspetto, compresa la corretta circolazione di tutti i mezzi di trasporto di accesso e di uscita dal Cantiere e la cartellonistica necessaria.

Grande rilievo ebbero i lavori di posa e controllo della strumentazione con la loro messa a punto e riscontro sistematico. Alla fine del lavoro vennero smontate tutte le opere predisposte per eseguire i lavori: ponteggi, protezioni ed accessori, completate le ringhiere, le coibentazioni e le verniciature.

     Si ebbe un solo piccolo incidente: durante lo smobilizzo; da un secchio di colla liquida, quasi vuoto, sfuggito di mano, uno schizzo di rimbalzo colpì ad un occhio un addetto. Visitato al Pronto Soccorso di Fabbrica, fu ripulito e dimesso senza altri interventi e conseguenze.

     Questo lo riporto perché l’attenzione, non basta solo nel lavoro, ma anche quando uno ha finito! Il pericolo è sempre in agguato e ognuno che va al lavoro, per tutti i lavori, deve sempre ricordarsi che al lavoro ci si va con l’obiettivo di tornare a casa alla sera, sano e salvo !.

      Alla fine di questo lavoro la messa in esercizio fu regolare e per me, dopo gli “As-built”, l'aggiornamento dei disegni, a fine anno, come da contratto, l'impegno in AMBIENTE, adesso HERA, era terminato.

    Da questo impianto ho ricavato la foto-simbolo del mio blog, in cantiere davanti ad un grande ventilatore di alimentazione dell'aria per la combustione degli sfiati.

7 commenti:

  1. Sempre interessante leggere i tuoi articoli con queste descrizioni di vita vissuta.
    Un caro saluto. Manu

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  2. Leggendo le tue vicende di lavoro penso che il lavoro è,o forse era, una cosa molto seria, ben fatta: legale. Mi piace pensare che ci sia stato un paese così operoso e innovativo. Ma devo dire che i forni del petrolchimico di Marghera ammorbavano l'aria di tutta Mestre dove ho abitato per 41 anni. Dovevo fare miracoli per portare i bambini piccolissimi il montagna, almeno per un mese, a respirare aria pulita. Forse in quel polo industriale non agivano conformemente alle norme come a Ravenna. Poi tutto si è ridotto, così come il lavoro. Tempi cambiati!
    Sono importanti i tuoi racconti.
    Un abbraccio
    Nou

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    1. Cara Nou, grazie per il bel commento!. Hai centrato un grave problema. Conosciamo bene le vicende di Porto Marghera e lasciamo perdere, ma su Ravenna sono sempre stato orgoglioso di quanto abbiamo fatto, specie quando occorreva combattere contro chi negava l'evidenza. Qui, come a Mestre, peggio dei forni maleodoranti era il CVM, quasi inodore, ma micidiale più dell'Amianto. Vedi anche i miei precedenti post "Andar per funghi" e "Enichem RA, parti 3° e 4° ".

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  3. Ciao Tonino, ho fatto gli auguri a tutti nel mio blog, ma ho preferito passare anche qui nel tuo blog e farteli direttamente. Auguri di Buon Natale e serene feste. Ciao.
    Un abbraccio. Marilena

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    1. Ciao Marilena, sei molto gentile. Grazie e ricambio affettuosamente gli Auguri, per il Natale e per l'anno 2014 che speriamo sia nuovo e diverso. Un Nuovo Anno portatore di pace, di giustizia, serenità e di ripresa economica e morale; è quello che tutti ci aspettiamo. Auguroni. Tonino

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  4. Ciao Tonino!
    Ti immagino alle prese dei preparativi (tortellini, lasagne ecc.) per le Festività natalizie. Io ho appena finito di cucinare :) e per un bel po' basterà!
    Tantissimi auguri di un Buon Natale e di un Buon Anno 2014!

    Nou

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    1. Grazie Nou per gli Auguri che ricambio di cuore. A casa nostra, per le Feste ognuno porta qualcosa. Mia moglie la pasta, le figlie le cose più impensate, ma utili. Io porto lo stomaco!. Lo dico per scherzare, ma è anche vero. Fare onore alla cucina è segno di riconoscenza. Ciao, e Buon Anno. Ci sentiamo sul Blog!.

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