lunedì 13 gennaio 2014

L'ELETTRONICA

     Ho già scritto in qualche mio precedente post della mia passione per l’elettronica e per la radiotecnica. Dai guai combinati con la RADIO GALENA, all'opzione della meccanica nella scuola, che aveva maggiori probabilità di trovare lavoro e all’amicizia con un collega elettrotecnico a IL PANTANO D’AVIO, appena ne ebbi l’occasione, nel 1956, alla Necchi a Pavia ripresi lo studio dell’elettrotecnica, comprai i sacri testi di quel mestiere, quali “Il Radiolibro Ravalico”, Olivieri e Ravelli ed altri, ad iniziare dalla legge di Ohm in poi, e a capire le basi di come vanno le cose nei circuiti elettrici e nei motori. 

     Poi mi iscrissi al corso di Radio della scuola Radio Elettra di Torino e cominciai a pastrocchiare fra saldature, condensatori, resistenze valvole termoioniche e simili, presso un’anziana affittacamere di Pavia.

     Questo lavoro si interruppe con il cambio Necchi – ANIC, matrimonio compreso e riprese a Ravenna verso la fine del 1957. Dopo questo corso, soddisfatto del risultato, continuai con il corso per semiconduttori, poi quello per la modulazione di frequenza ed approdai a quello di TV.

     La televisione italiana ha iniziato le trasmissioni il 3 di Gennaio del ’54 (siamo al 60°!) e nel ’59 era ancora agli inizi, con un solo canale di trasmissione, in bianco e nero. Problemi di antenne, di cinescopi, di un gran numero di tubi catodici (le valvole termoioniche!) mettevano a dura prova i principianti, come me.


     Una precisazione: con la seconda lezione del corso veniva inviato e pagato il cinescopio, cioè il pezzo più importante, con lo schermo, allora di 17 pollici, che costava quasi la metà del corso e con questo… la comunicazione alla RAI per pagare il canone; ma per riceverne i segnali occorreva circa un altro anno. 

     Quindi io ho pagato il relativo canone più un anno prima di vedere qualcosa su quello schermo: quanti altri in Italia?.

Debbo precisare che io le prime immagini, confuse, traballanti e piccolissime ho cominciato a vederle con l’occasione delle olimpiadi in Italia nell’autunno ‘60 sul cinescopio da due pollici (circa 50 mm), con la costruzione dello strumento principale: l’oscilloscopio.

     Alla fine di questo corso il mio impegno per tali attività rallentò e quasi si arrestò, anche per problemi familiari per rinascere in modo tumultuoso con l’avvento dei primi computers verso la fine del 1983.

     Mi resi subito conto che per un tecnico, quale ero diventato, non poteva esserci alcun futuro senza un computer, per l'enorme potenza e capacità di calcolo, della grafica, della scrittura, della fotografia, ecc. 

     Quindi, come in tutte le novità, mi ci misi di gran lena, con il Commodore 64, poi con il DOS, migliaia di ore a programmare in GWBASIC tante fasi del mio lavoro, a scrivere con un WORD ancora primordiale e le lavagne elettroniche con il Multiplan, poi il Lotus, quindi l'Excel e a dotarmi di tutte le edizioni di programmi che spuntavano come funghi nelle edicole e librerie, ma mai di giochi!.

 Il computer per me è sempre stato solo uno strumenti di lavoro, non di passatempo.

     Uno dei punti forti era la grafica che però necessitava di grandi quantità di memoria e di potenza e quindi cercai di mantenermi al top nell’acquisire SOFTWARE ed HARDWARE in grado di affrontare le necessità del mio lavoro di progettazione meccanica, quali calcoli e disegni in AutoCAD, Excel, Word ed Adobe che furono le carte vincenti di tutto il mio lavoro fino a tardissima età.

     Questi congegni presero però a svilupparsi con un ritmo sempre più vorticoso e le relises si susseguirono sempre più veloci ed i programmi raggiunsero grande versatilità e capacità immense, con centinaia di Opzioni specialistiche in apparecchi sempre più piccoli ma sempre più sofisticati e miliardi di volte più potenti, ma anche più complessi da gestire perchè le risposte ad infinite variazioni di comportamenti dei programmi divenne materia specialistica unica di altrettanti tecnici.
           Gli aggiornamenti cominciarono a diventare per me un problema di età e come all’inizio non era stato facile creare quella mentalità nelle persone di una certa età, in seguito divenne prerogativa dei soli giovanissimi di imparare ad usare un computer, un telefono o un tablet ancor prima di sapere tenere in mano una matita.
 
Da qui la mia difficoltà di rimanere abbarbicato ad un mondo che corre sempre più veloce e rispetto il quale io, che corro sempre più piano, continuo irrimediabilmente a perdere terreno fino, tristemente, a gettare la spugna. E' la Legge della natura!.

4 commenti:

  1. La prima parte del tuo post è ostica per me che non conosco la materia ... ma poi hai riaperto alla mia memoria altre cose. I corsi che si facevano per corrispondenza ... il DOS che mi tolse 10 anni di vita ed io prima ancora di Excel passai tra le grinfie del Symphony, insomma nonostante io sia più giovane di te ho sofferto tanti passaggi. E poi l'ultima azienda dove chi faceva programmazione tecnica mi parlava come se io potessi comprendere qualcosa di quel linguaggio. Hai ragione quando dici che il mondo corre in fretta e di quanto è faticoso stargli dietro, è faticoso anche per me. Ma sei qui, hai un blog e lo curi. Non è così scontato per una persona della tua età, anzi sei decisamente fuori dagli schemi e meriti tutta l'ammirazione possibile e tanto più da quelle generazioni nuove che possono solo imparare da te, ma non hanno certo nulla da insegnarti. In questo il mondo non cambierà mai: è solo ascoltando le persone che hanno vissuto che si può imparare qualcosa. Ciao Tonino, Buona giornata. Marilena

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    1. Non so come ringraziarti, Marilena, per i complimenti, anzi chiedo scusa, ma troppe volte mi scappa di parlare di cose molto diverse fra loro senza riflettere che chi le legge non può essere sempre sulla mia stessa lunghezza d'onda, per dirla in termini elettronici, ma poi alla lunga, nei particolari, nei percorsi della vita, nella morale, nelle visioni del passato ci sono sempre riferimenti che si incrociano. Te lo dico da ex modenese, che ha una figlia, la mia maestra, che vive proprio a Bologna e che ragiona come te. Ciao Tonino

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  2. Caro Tonino, una bella lezione sintetizzata di fisica! Comunque non mi sembra affatto che tu abbia buttato la spugna e che tu rimanga ancorato al Commodore 64 che ho anch'io da qualche parte in solaio...ma mi dai l'impressione ...di essere sempre informato sulle novità tecnologiche...
    Un caro saluto. Manu

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    1. Si, Manu, si fa quel che si può, ma quando si fa sera ad aspettar l'aurora...ma... ho deciso di prenderla come viene!, guardando in faccia la realtà. Quando stampo qualcosa di non molto importante, uso la carta di riciclo stampando sul retro. Ho tanta carta di riutilizzo e quando la prendo, lo vedo cosa c'è scritto dietro: la storia della mia vita! Ogni pagina è un ricordo, ogni riga è un passo... verso sera, ogni punto interrogativo od esclamativo è il guardarmi attorno in quel momento, e a volte non trovo più un riferimento della data in cui avvenne quel fatto, segno che si sta facendo notte. Ma prima di andare a letto ho sempre ancora qualcosa da fare. Anche oggi come vedi è così. Ciao, grazie, Manu.

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