sabato 11 febbraio 2012

Falci mancine ed antichi mestieri

Falce mancina

Era l’estate del 1958. Ero andato nella ferramenta di Ponte Nuovo (in seguito al mio trasferimento da Modena a Ravenna) per l’acquisto di materiali per i lavori di casa. Nell’attesa del mio turno notai, in alto appesa ad un gancio, una falce: era una falce “mancina”.

Solo chi l’aveva usata, come me, da 10 a 19 anni, poteva notare che non era una normale falce destra. Parlo di falci per mietere il grano. Al mio turno, chiesi: vorrei quella falce là in alto. Ma ne abbiamo diverse qui in basso, mi rispose gentilmente il commesso. No replicai, voglio quella. Me la prese giù con la scala, gli spiegai il perché, pagai e tornai a casa, dove ero in affitto, lì vicino, presso il sig. Morghenti.

Ora voglio spiegare il perché di quella richiesta. Di nascita io ero prevalentemente mancino, cioè usavo meglio la mano sinistra. Solo a scuola la maestra delle elementari mi aveva insegnato ad usare la destra, allora si usava così, a suon di bacchettate, ma che debbo ringraziare perché nella vita molte sono le occasioni di inconvenienti nell’uso della sinistra, ad esempio tutte le forbici comuni per sartoria, le cesoie, ecc. hanno negli occhielli dell’impugnatura con un adattamento allargato sul pollice per la mano destra.

Usate con la sinistra questa conformazione rende tagliente l’appoggio e quindi per un mestiere che le usi di continuo non sarebbe stato possibile. Altri attrezzi hanno questa anomalia, che non viene rilevata dalla quasi totalità della gente che è destra. Ecco perché è meglio essere ambidestri.

Per la falce in oggetto, la differenza sta nel fatto che su di un lato, sul bordo esterno della curvatura c’è una nervatura di rinforzo come appare dalla prima foto qui a lato, rispetto all’altra, la seconda, rovesciata. Il movimento di mietitura consisteva nell' abbracciare con la falce, impugnata con la destra, un  certo numero di steli con le spighe e ruotarla con la punta verso il basso e contemporaneamente con la mano sinistra stringere gli steli abbracciati unendoli e quindi reciderli tirando forte indietro la falce.

Questi movimenti combinati della falce determinano uno sforzo trasversale al piano della lama, che tende a svergolarla. La nervatura rinforza la lama e si oppone allo svergolamento quasi solo nel senso di rotazione. Appare quindi chiaro che la nervatura serve solo dall’una o dall’altra faccia a secondo che chi la usa sia destro o mancino.

Io non l’ho mai usata la falce mancina, perchè questa mia che ho conservato, l’ho trovata solo dopo che le falci non si usavano più perché nel frattempo erano subentrati altri modi di mietitura. Le falci che usavo io erano tutte destre e quindi svergolatissime, rendendo il lavoro più difficoltoso e al limite rompendole nell’uso di fusti più resistenti, come il granoturco, ecc.

A chi servono queste quisquilie, a nessuno ormai, pur essendo state usate per secoli; e dove mai si potrebbe trovare una falce mancina a ricordo, vista la rarità anche quando occorrevano ?

Solo da un collezionista, un po' maniaco, come il sottoscritto.





1 commento:

  1. CIAO COMPLIMENTI PER LA FALCE NE POSSEGGO UNA ANCHIO PER MANCINI NON SE NE TROVANO MOLTE IN GIRO

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