Ero un po’ in apprensione quella domenica. Strano. Non mi capitava quasi mai di essere preoccupato senza saperne di preciso la ragione. Uno strano senso di malessere, di intorbidimento, di oblio, misto quasi a paura. Forse avevo un po’ di febbre. No, la febbre dà altri sintomi, brividi e tremolii. No, non era la febbre. Forse era perché in settimana avrei avuto un compito in classe di italiano. Neanche.
Io mi autoreputavo di avere una discreta dose di fantasia e quindi qualunque tema mi fosse capitato, grammatica a parte, ero sicuro che avrei comunque trovato tanto da dire, caso mai il rischio sarebbe stato quello di scrivere troppo e quindi di fare più errori.
L’Antonietta, una giovane incontrata al ballo del suo paese, a diciassette anni, quasi una ragazzina, con la quale ci saremmo trovati alla sera e, più che ballare, avremmo giocato al solito, come il gatto con il gomitolo di lana. Ma no, che c’entrava, il problema non era lì.
Forse avevo preso qualche malanno. A ventun’anni non ci sono mai problemi di salute, almeno di quel tipo. Forse c’era stato qualche screzio con gli amici. Non mi ricordavo nulla di quel genere. Ah, ecco: forse avevo dimenticato qualche libro a scuola. Ogni tanto, di notte, mi capitava di sognare qualcosa del genere. Controllai attentamente: c’era tutto.
C’era qualcheduno a cui avevo involontariamente arrecato disturbo, con parole irritanti, con gesti inopportuni; avevo urtato al suscettibilità di colleghi, di parenti ?. Non mi era mai capitato e se non me lo avevano detto, non avrei avuto motivi di crucciarmi.
Cos’era ?. A volte mi capitava di sognare di scivolare nelle acque del fiume, il Panaro, poco distante e allora mi svegliavo di soprassalto: forse per un po’ di indigestione, per qualche scorpacciata, magari di ciliegie, che abbondavano nel greto del fiume. Ricordo che il mio amico Gino B. l’anno precedente per questo aveva corso un serio pericolo; ma quello non era il tempo delle ciliegie e la notte era stata tranquilla.
In casa non c’erano problemi di sorta, gli esami scolastici erano ancora distanti, paura di aver perduto soldi, impossibile, non ce n’erano mai. Mi arrovellavo nei pensieri più strani, senza approdare ad alcun ché, eppure c’era qualcosa che non andava. Cercavo di distrarmi, ma quella sensazione ritornava.
Non era che mi avevano rubato la bicicletta ?. No, c’era. La ripulii per bene, controllai la catena, i freni, il fanale, tutto apposto. La presi e feci un lungo giro, fino ad oltre il paese e cercai di stancarmi. Tempo perso.
Poi mi sovvenne. Qualche giorno prima avevo preparato una grossa trappola per i topi che disturbavano i conigli nel recinto dietro la stalla. Forse c’era finito dentro un gatto. Era anche già capitato. Corsi a vedere: nessun gatto, nessun topo. Nulla.
Passai in rassegna tutte le cose che avevo fatto recentemente, oltre a studiare ed aiutare in casa per il poco tempo che mi rimaneva, quali riassettare gli utensili della campagna, disporre per la prossima raccolta del fieno e la preparazione per la mietitura del grano. Mi sembrò che non ci fossero stati motivi di recriminazione.
Cosa mi aspettava ancora quel giorno ?. Quella era una delle pochissime domeniche che non avevo nessun impegno particolare, neanche di governare la stalla, che quel giorno toccava a mio zio Marino. Riguardare un po’ di tecnologia meccanica, preparare i libri per la settimana, risettare la “Radio Galena”, (non avevamo la corrente elettrica), fino all’ora di pranzo che a casa nostra non avveniva mai prima delle tredici.
Dopo pranzo era quindi tutto dedicato alla persona: un bel bagno caldo, con un intero secchio pieno d’acqua, nella stalla, la barba, i capelli (avevo allora una bella testa di capelli neri), la preparazione dei vestiti per la sera…..ah, ecco, finalmente, che cos’era, ma non lo avrei mai detto a nessuno, nemmeno a lei; com’è che non l’avevo capito subito: era Amore!
Tutte cose che negli stessi anni è capitato anche a me. Io avevo lo zio Torquato che dava da mangiare elle bestie.
RispondiEliminaCome mi piace venire a leggere questo blog!
RispondiEliminaE' ritornare ad un passato che ora sembra solo da rimpiangere.
Grazie Tonino e buona giornata!
Lara