Scrivevo, l’ 08/10/’52, alla vigilia ormai dell’esame di stato, le seguenti note:
“… A proposito, questo è l’ultim’anno !. La mia zappa, chissà…se fossi promosso ..se trovassi un impiego, se cambiassi la vita ?. No, sciocchezze, ella sarà sempre la mia lucida zappa e quando a Giugno impugnerò la sorella falce; oh, dimenticavo, la falce dovrà attendere perché in estate sarò davanti alla Commissione di Stato per concludere al meglio il mio tredicesimo ed ultimo anno di scuola.
E’ mai possibile che io debba lasciare la mia zappa ? Eppure ne avrei diritto, sacrosanto diritto. D’altra parte a me piace la mia zappa, peccato che sia destinata sempre a lavorare la terra altrui !
E’ il mio semplice arnese, fedele compagno di tutta la mia vita, che io stesso mi sono adattato con quel briciolo d’intelligenza che ho potuto coltivare in un ambiente privo di mezzi.
No, io dico loro, questi detrattori, decisamente no!
La mia zappa è il simbolo di un onorato mestiere, anche se oppresso e calunniato. È un mestiere onorato perché con esso si ricava il pane.
Io terrei volentieri la mia zappa, se essa mi lasciasse la possibilità di restare, alla pari, in quella società di cui essa è il sostentamento, ma poiché questo non è permesso la lascerò e dimostrerò che colui che ama la zappa non è né un vile né un minorato e che a parità di forze sa stare in quella società senza vergognarsi e fare rimangiare loro, le insulse parole che incoscientemente avevano proferito per denigrarla.
Solo così la mia zappa, un dì liscia e lucente, sarà difesa e con lei coloro che, costretti da ragioni economiche, dovettero usarla per tutta la vita e ritenuti, dal gran mondo “poco più di sporchi e ripugnanti animali …”
Questo scrivevo sessant’anni fa, anche se con incerta ortografia. La foto che ho allegato in questo post è la zappa di mia madre, che ho ancora, ormai arrugginita, (mia madre è vissuta dal 1911 al 1999 e per tanti anni ha usato questo arnese). Un’altra, meno consunta e meno arrugginita, ho in un pezzo di orto, che coltivo ancora.
Uno dei miei insegnanti, agli scolari più “sfigati”, andava loro ripetendo “… alla zappa, ….alla zappa”, in senso dispregiativo. Ma non è sempre così.
Mia madre, anche con la sua zappa, e con mio padre, hanno allevato tre figli che sono fierissimi di loro, dei quali io sono il più anziano.
Mia sorella Alfa, potendo studiare, sarebbe sicuramente riuscita meglio di me se non fosse stata sacrificata “alla povertà” e mio fratello, Prof. Erio Tosatti, è diventato ormai un famoso scienziato italiano in Fisica Teorica, che in questi giorni andrà a Washington, presente Obama, per essere ammesso alla National Academy of Sciences degli Stati Uniti, riconoscimento che in precedenza era andato a pochi, fra cui Einstein, Rita Montalcini, Oppenheimer, T. Edison, Orwille Wright e Graham Bell.
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