martedì 28 gennaio 2014

I piaceri e le fatiche dell' orto.

Antonietta nel suo amato orto 

































Della mia passione per l'orto e le attività connesse, a cui mia moglie Antonietta ne ha dato un grande contributo, ho già accennato precedentemente , senza però dettagliare altri particolari.
     
Nel 2000, appena acquistato il piccolo appezzamento, come in tutte le attività che mi sono parse adatte, mi ci sono messo di impeto; a cominciare dalla costruzione di un capanno per le attrezzature, poi le recinzioni, tre cancelli d’ingresso ed un pò di piastrellature (40 x 40 cm) per raggiungere le varie parti dell'orto anche con terreno bagnato ed in inverno.

Prima avevo però portato molto terreno particolarmente sabbioso per compensare quello argilloso del fondo, con l’obiettivo di godermelo per una decina d’anni. Le prime cose che predisposi fu di piantare i frutti che necessitavano di vari anni prima di giungere al raccolto.         Metà dello spazio disponibile fu occupato, distanziando di 3,3 m le piante l’una dall’altra e nella scelta preferii quelle che conoscevo da piccolo. Anche le quantità andarono secondo le mie preferenze, così presi 5 meli, 5 peschi, 4 peri, 3 susini, 3 fichi, 3 noccioli, 2 albicocchi, 2 ciliegi, 2 caki, ed uno ciascuno di: mandorlo, ulivo, amarena, giuggiolo, nespolo, sorbolo, gelso, noce, nespolo giapponese, oltre a piante varie, come un pino particolare, un castagno, una sofora pendula, un alloro, un melo cotogno, un melograno, una magnolia, 4 oleandri colorati ed altri.  

     

Del pino racconterò un particolare: mio fratello aveva portato a casa dalla California una pigna gigante di circa 20-25 cm.     Trovai alcuni pinoli che erano quasi sferici e grandi il doppio dei nostri. Li seminai nell’orto di casa. Uno crebbe tanto che in 10 anni diventò più grande della casa alta sei metri. Aspettai che facesse le prime pigne prima di abbatterlo perché mi stava dissestando la palladiana del cortile.     Dai nuovi pinoli presi una pianta che ora è diventata alta più di 8 m  . 
Poi seguirono tutte le verdure: fagioli, patate, piselli,  ravanelli, pomodori, agli, cavoli, sedani, finocchi, carote, carciofi, bietola, asparagi, cipolle, vari tipi d'uva, fragole, melanzane, i miei cari meloni ed angurie, che crescevano in fretta, i peperoni, gli odori vari (prezzemolo, menta, basilico, rosmarino, rucola salvia, valeriana, peperoncino, alloro, origano), ecc.      
In particolare, per mia moglie, tantissimi fiori. Di fronte allo stradello che costeggia l’orto, per tutti i 65 m, distanti 1,5 m, tante rose di tutti i colori che in maggio sono bellissime. Ma poi astri, begonie, bucaneve, calle, campanelle rosa e celesti, ciclamini, dalie, fucsie, garofani, gerani, gigli, girasoli, ricini, gladioli, narcisi, oleandri, ortensie, petunie, ranuncoli, tulipani, tageti, zinnie, viole e molti altri ancora.
    Poi ho fatto un piccolo impianto per le irrigazioni, un pozzo di 3 m per l’acqua dolce (siamo in una zona al livello del mare, distante pochi Km), un telaio per alzare le cisterne (cubi da 1 mc) per la raccolta della preziosa acqua piovana e per il suo deposito perchè in estate non deve essere usata fredda ed un contenitore per macerare ad uso concime gli scarti, quali il fogliame, le parti verdi, la frutta caduta, ecc.

Adesso aspetto impaziente la prossima primavera, sperando che ci regali abbondanti frutti. Intanto, per tutti gli anni che sono trascorsi (14 anni), quanti buoni raccolti, malgrado le siccità, quanta frutta, quanti prodotti di ogni stagione; peccato che non possano continuare in eterno.
     

6 commenti:

  1. Da sei anni vivo in campagna; mio suocero è agricoltore da una vita e mio marito ha fatto questo lavoro fin dall'adolescenza, prima di trovare a 30 anni un lavoro in polizia. La mia non è esperienza diretta, ma dai loro racconti e da quello che vedo, stagione dopo stagione, mi rendo conto che anche il più piccolo appezzamento di terreno richiede tanto lavoro e dedizione infinita.
    Per questo resto (ancora una volta) stupita dopo la lettura di un suo racconto di vita.
    Le rinnovo i miei complimenti perché ha avuto in dono l'energia di almeno 3 uomini :)

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    1. Grazie Letizia dei complimenti che forse non merito. Scrivo queste cose per lasciare a chi sia interessato qualche ricordo di vita vissuta, a volte triste ma altre, come questa, anche belle e quando uno riesce a fare qualcosa che gli piaccia, che capita di rado, non sente tanto la fatica. Scusami se uso il TU, come faccio con tutti gli amici qui, da persona anziana e ti ringrazio ancora per il sostegno che mi date, tutti, nel portare a compimento questi miei ricordi per chi abbia vissuto o trascorso vicende simili. Ciao Tonino

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  2. Questa è musica per le mie orecchie, Tonino !! Se penso a quante soddisfazioni ho io che possiedo sono un fazzoletto, immagino cosa possa essere stato per te che possiedi un appezzamento. Certo che a guardare la foto con gli ortaggi mi sembra di vedere il mio terreno argilloso che tanta fatica è costata pure a me (soprattutto in estate quando sembra trasformarsi in cemento). Anche io con calma sto aggiungendo sabbia o terriccio (acquistato) per ammorbidirlo e conto molto anche sul compost che ricavo dai miei scarti. In questo momento non ho messo nulla, perché ho voluto provare a lasciar riposare per un inverno quella terra che secondo me è stata fiaccata negli anni dalle continue semine. Adesso è la che si riposa e due giorni fa ho benedetto la neve che l'ha ricoperta. Io spero di non stancarmi, spero di poter continuare, perché l'orto insegna tanto: è una bellissima avventura. Ciao. Marilena

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    1. Marilena, ciao. Scusa il ritardo e forse anche risposte che possono essere andate perdute, ma ho avuto qualche problema con il computer. Sono sempre graditissime le tue notizie, il tuo scambio di concomitanze con le nostre opinioni, tutto quello che condividiamo, i nostri ricordi, il sostegno a continuare. Per me grande piacere e speranza che duri ancora un pò, ma tu, voi, rallentate, per godervi più a lungo questi bei ricordi. Tonino

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  3. Ciao Tonino, naturalmente sono emozionata dal tuo racconto.Si sente la passione e l'amore con cui è stato pensato e adibito l'orto. E' un amore per la terra che si ha dentro. Attraverso di essa passano le stagioni, il clima, i colori, i sapori. Tutti grandi doni. Anche quella fatica, tanta, che non non pesa eccessivamente all'ortolano finché il fisico risponde.
    Farò leggere questo post a mio marito che non ha la bella visione d'insieme che avete avuto tu e tua moglie. Non mi posso comunque lamentare, perché lui fa tanto, troppo. Ha in mente la biodiversità un concetto nuovo, credo, di conduzione nell'ambiente. Dove sbaglia, secondo me è che il nostro appezzamento di terra (seimila metri) non basta per realizzarla.
    Poiché abbiamo tenuto conto della nostra età e anche del fatto che io non posso fare lavori pesanti, ha destinato una parte di terra a bosco, una parte a prato fiorito attorniato da piante da frutto (noci, fichi, caki) e ornamentali; una parte a frutteto e orto. Qui le piante sono disposte in fila a una buona distanza le una dalle altre. Gli orti sono due in realtà. Uno l'abbiamo trovato già predisposto, dai precedenti proprietari, vicino alla casa e uno prende forma ogni anno ampliandosi sempre più fra le le piante del frutteto. Abbiamo una fila di piante da legna lungo un fosso che richiedono continua ripulitura del suolo dai rovi ecc. Naturalmente il fogliame gli arbusti e l'erba del giardino e del prato va messa a consumare lungo il filare delle piante. Mio marito ha costruito il raccoglitore dei resti di cibo che mescolato a foglie forma l'humus. Poi ci sono i tagli dell'erba frequenti in primavera. insomma c'è lavoro per mio marito, ma è bello vedere la terra in ordine. Raccoglie anche lui l'acqua piovana dalle grondaie, con recipienti da 300 litri e vorrebbe incanalarla in uno stagno che intende scavare sempre con quell'idea della biodiversità.
    Non so se s'è capito molto dal mio racconto, ma farò delle foto e posterò anch'io il racconto illustrato del mio orto quando mi riuscirà :))
    Sono indietro con la lettura del tuo post precedente, ma sai che sono lenta, e soprattutto sono presa dalle situazioni familiari che mi distolgono.
    Un abbraccio
    Nou

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    1. Che dire del tuo racconto: un capolavoro! A me resta poco da aggiungere. Vi auguro, a te ed al marito: tanta prospera salute ancora per godervi il vostro beli'"appezzamento", perchè chiamarlo orto è troppo riduttivo. Il tempo pasa veloce. Fermate i vostri ricordi nel "bello e buono" del presente.
      Sempre felice di leggerti e condividere i nostri punti di vista. Tonino

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