giovedì 8 maggio 2014

Francobolli e carte da gioco: le mie passioni da collezionista.

Dopo il post in cui racconto dei miei hobby riguardanti le collezioni, continuo con la seconda parte dedicata ai Francobolli ed ai Mazzi di carte da gioco. 

L’occasione per la raccolta di francobolli capitò quando conobbi, nel ‘61, su indicazione di mio fratello Erio, una ragazza tedesca, Gisela Hottmann, di Berlino Est, allora studentessa di Lingue che desiderava fare corrispondenza con un italiano. Fu per me lo spunto per rinnovare quel po' di tedesco imparato a scuola. 
Famiglia Fliess con Gisela Hottmann

Tra me e Gisela diventò un assiduo scambio di notizie, specie dall’Est, di auguri per Natale, per i compleanni, in occasioni di fatti importanti che continua tuttora, che Est non è più. Quella ragazza, ora sposa, madre di due bellissime figlie, nonna di vari nipoti io l’ho vista solo in fotografia! Conservo ancora tutta la corrispondenza da allora, composta talvolta di lunghissime lettere ma sempre con bellissimi francobolli, di cui la DDR faceva larghissimo uso, a scopo propagandistico. La corrispondenza prosegue tuttora via Internet.


Questi francobolli oggi penso che siano diventati una rarità; li conservo ancora scrupolosamente in tre album. Parallelamente avevo cominciato a raccogliere francobolli dovunque. Poi mio fratello Erio, che è sempre in giro per tutto il mondo, è stata una feconda sorgente per arricchire i miei tanti album: 4 di francobolli italiani, altri 16 divisi per nazioni ed anche un album a parte con i bellissimi francobolli della ex Unione Sovietica. 

Continuo tutt'oggi la raccolta di quello che mi capita, dalla posta che ricevo, ma sempre meno organicamente, più per abitudine che per convinzione. Di serie complete, di francobolli nuovi dall'Estero, a parte l’Italia, ormai ho ben poca cosa .


Infine i mazzi di carte da gioco: avevo fin da piccolo giocato a carte con gli amici ed in casa specie nelle lunghe serate e notti invernali, nella stalla, dopo la guerra, venivano talvolta conoscenti a giocare. I fagioli o il mais erano le fiches che non valevano niente, ma che sostituivano il danaro, come ogni tanto si usa fare anche oggi. 

I mazzi di carte erano quasi sempre malridotti: potete immaginare come può diventare un mazzo di carte tenuto nella stalla e mescolato ogni sera da mani che avevano vangato e strigliato mucche tutto il giorno ?

Normalmente per Capodanno, c’era un mazzo nuovo; era uno spettacolo ed il tavolo veniva imbandito con la migliore tovaglia. La posta finale in quell’occasione era una tacchina o un coniglio che si giocava fra cognati. 

Ancora oggi in casa mia un bel mazzo di carte non manca mai, sia da poker che da briscola (le piacentine o le romagnole). Pur non essendo in famiglia dei gran giocatori, una partita a carte è sempre gradita, sebbene il tempo per il gioco sia sempre molto limitato.

Nel 1991 in cartoleria uscì una pubblicazione con i mazzi di carte. Mi iscrissi e l’emissione settimanale durò più di un anno. 

La pubblicazione comprese molti articoli doverosamente illustrati, con tutta la storia di ciascun mazzo, le provenienze, le assonanze, le schede e ricchissimi documenti. Nell'insieme un'opera completa, molto interessante, con tante curiosità che valeva veramente quell'impegno economico. 

In ogni fascicolo settimanale c'erano uno o due mazzi di carte fra i più noti e di tutte le forme più strane, da tutto il mondo, circa un centinaio, fedelmente riprodotto e parallelamente con la loro storia.

In totale ho, ancora, circa 130 mazzi di carte da gioco, orientali comprese. Avevo anche trovato una scatola dei 16 mazzi regionali italiani incompleta, che ho acquistato e di cui me ne mancano solo due: le sardegnole e le salisburghesi. 

Ora l'entusiasmo con cui ho fatto quelle collezioni non c'è più.. però la sera, dopo cena, io e mia moglie, facciamo ancora qualche partita a scala 40, perché la televisione non riesce più ad addormentarci come prima!.



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